Meridionale

Meridionale
Reading durante il concerto di Fabrizio Emigli alla Domus Talenti, Roma, 10 marzo 2011

mercoledì 29 dicembre 2010

Simit


Permettimi di iniziare questa poesia
con un tempo diverso dal condizionale
Io, se fossi un verbo
non vorrei mai essere un condizionale
L’indicativo ha personalità, ha slancio
non ha tentennamenti e non è bleso
Per questo dico e non ritratto
che i tuoi capelli al passare del battello
erano tanti mulinelli impazziti
e le esche altrettanto arrancavano nell’acqua
come martiri per la fame dei pescatori
Il momento languiva al tuo sbucare
ed il momento era unico
sdoppiato nel canto dei minareti
nell’affluire delle donne dalle nere palandrane
nella spinta fiduciosa dei venditori di simit
Questo eri tu in un corpo solo
un unico corpo di rame e di sesamo
che a sé richiamava le vibrazioni della città
incarnandole come la pelle di una resurrezione
Io, pronome e basta
ti stavo dietro perché tu fossi lo specchio di tutto
per dimenticare i modi imperfetti del verbo
per essere indicativo presente

Bartolomeo Smaldone
-Atomi-
Writers Guild of America nr 1432508

mercoledì 22 dicembre 2010

Il 25


Non capirai che è natale dalla neve
non nevica quasi più da queste parti
saranno almeno quattro lustri
Se te ne starai chiuso in casa
di penitenza o di astinenza
le luci cinesi fluorescenti non potranno nuocerti
né le renne finte e le slitte finte
potranno prendere d’assalto il tuo balcone
Appena suoneranno le campane
(non più i sacrestani cionchi
ma i neofiti dei comandi digitali)
ripetiti che è un acuféne
e che una volta si nasce e si va via
non a dicembre ogni anno il venticinque
Solo quando ogni stoffa
e ogni stanza
e ogni tovaglia a quadri
avranno lo stesso odore
di olio caldo e di pettole e di acciughe
solo allora capirai perché cantano per strada
e si cercano
i disperati e gli ultimi



Bartolomeo Smaldone
-Atomi-
Writers Guild of America
numero 1432508

All rights reserved

lunedì 20 dicembre 2010

Bagaglio a mano


Diamo un nome alle cose
che non avrebbe senso, altrimenti
starsene in fila,ognuno con il proprio codice a barre
nella speranza di riconoscere
l'effetto personale di un bagaglio a mano
Un certo tipo di aspettativa si chiama restituzione
Ora, mi sembra filologicamente corretto
che tu abbia simili pretese
Pretesa, altrettanto, è il nome di un ricatto
si affeziona così tanto al dare
che non distingue più la causa dall'effetto
il bisogno dal risultato
Amarti è un mutuo sulla vita
e, ti sembrerà strano, è il nome che do
a questi giorni di trame verticali
Non credo di aver mai avuto
un'ispirazione tanto caustica verso di te
mia amata
in attesa con il tuo codice a barre
desiderosa di riconoscere
l'effetto personale del mio bagaglio a mano

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

19 dicembre 2010

venerdì 17 dicembre 2010

La pentecoste delle due labbra


Tenero bacio, di sale fino
le candele stanno ad aspettarti
una per una a illuminare
la pentecoste delle due labbra
Cade il sicario e cade il mandante
sulla via dei risorti rimane la vittima
soleggia al vento nel campo di mais
la piccola spada coperta di limaccio
Arriva umido il tuo amore
sulla punta della lingua mi arriva il sudore
la benedizione delle tue mani
l’alito, il petto, il respiro che dai
Non farmi del male, non farmene mai
del tempo di prima non ho più le impronte
né amici intorno per ricordare
o ritagli di giornali da leggere
Ho te e mi basta
un sorso al giorno per la vita intera
o per metà del tempo felice
tenero bacio, seme di cacao



Bartolomeo Smaldone

-Atomi-

Writers Guild of America

numero 1432508

All rights reserved

mercoledì 15 dicembre 2010

Tu non saprai mai


Ti sfuggirà
nell’infinita buona fede che ti distingue
quanto c’era di vero
e quanto abbiamo sognato
Ora anche, mentre ti scrivo
le mie parole non le ricordo
perché non suonavano di nulla
non avevano nemmeno la forza di un addio
Ma mi chiamavi a dirti ti amo
di notte
al riparo da qualsiasi aggressione
nel mio io infinitamente sordido
nella tua grazia di vestale domestica
E rispondevo come un imperativo d’azione
tenendomi il labbro con un morso
di colpo fuori dalla scena
in un silenzio d’attesa che tu sola potevi comprendere
Nemmeno rubandoti il sonno
io riuscivo a sentirmi ladro
sarà forse perché c’è un senso della libertà
che ognuno di noi insegue per sempre
o perché al di là delle nostre azioni
quello che conta è andarsene
Mi ripeto con assoluta convinzione nella mia fede
che non esistiamo nel vivere ma nel divenire
e mi spingo con la cecità di chi crede di vedere
verso il cerchio più piccolo
dimenticando il resto, te compresa
Non volermene per questo


Bartolomeo Smaldone
"Atomi"
Writers Guild of America numero 1432508
All rights reserved

domenica 12 dicembre 2010

GRAND PRIX LITTERAIRE FRANCO ITA-LIEN 2010

"Les amants", una delle poesie contenute nel mio nuovo libro, "Atomi", si è classificata al secondo posto del "GRAND PRIX LITTERAIRE FRANCO ITA-LIEN 2010".

mercoledì 8 dicembre 2010

Milano, 4 dicembre 2010

La poesia è nella totalità del sentire;una ricerca continua di quello che fu, di ciò che è, e del tempo che non è stato ancora scritto.In queste tre dimensioni è impresso il tratto che distingue un animo poetico da un animo indifferente.Per quest'ultimo, il tempo conosce una sola direzione.Per l'animo poetico, invece,il tempo procede in modo circolare ( A tutte le api furibonde, Milano 4 dicembre 2010)

Bartolomeo Smaldone

mercoledì 1 dicembre 2010

Comunicato stampa


E' iniziata la mia collaborazione artistica con il gruppo musicale torinese delle "Malecorde".Ringrazio Giovanni Battaglino per aver voluto che scrivessi dei testi per le sue musiche meravigliose, e per aver voluto condividere, con me, il suo talento e quello dei suoi straordinari musicisti.

Bartolomeo Smaldone

Altamura, 1 dicembre 2010

martedì 23 novembre 2010

Fuga (in do minore)


L'amore in un cucchiaio mi spalancò la bocca
ero a Panama quei giorni
i miei vestiti bianchi lo provarono anche dopo
L'amore in un cucchiaio mi spalancò la bocca
ero una finestra nel cuore del contrabbando
una persiana ad una sola anta
Tu lo sapevi, e ti facesti polvere
per starmi accanto come un gatto sul tappeto
Suonavi il piano nel cuore del pomeriggio
e lo suonavi male
come un detenuto autodidatta
Lo facevi per me
per la mia sincera devozione
a questa america centrale
dove ci eravamo rifugiati

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved 2010

lunedì 22 novembre 2010

Poveri resti


Mia tristezza , compagna fedele
mi strappi gli occhi e li porti a vedere
il sole buono e il sole cattivo
sul corrimano del porto lontano

Mia tristezza, che lo specchio distruggi
io prego il Dio del giorno passato
e tu ti prendi la carne e la veste
gli unici resti di un sogno gualcito

Bella tristezza, quando la musica ride
mi strappi il cuore e lo porti a ballare
sulla battigia del mare in tempesta
nella balera del tempo che resta


Bartolomeo Smaldone

"Gente" all rights reserved

mercoledì 17 novembre 2010

Appunti

Sono stato felice, un giorno. Mediamente felice, come un essere umano consapevole della sua precaria esistenza.
Guardavo la donna ferma alla cassa dell’autogrill e cercavo di ricordare cosa avessi amato in lei, molti anni prima. Cercavo una conferma, un retrogusto, una risonanza.
Quando si voltò, cercandomi, avevo in mano un libro. Fu del tutto casuale che leggessi, in quel momento, una poesia che parlava di noi, perché tutte le poesie parlano di chi le legge.
Mi chiamò, e nel mio nome, tutto esploso nella sua bocca, avvertii una semplice familiarità, un grido. Anni interi in un secondo di vita: un’entrata; un’uscita.

Bartolomeo Smaldone

lunedì 15 novembre 2010

Mandami un bacio (ho finito i crediti)


Mandami un bacio
qualcosa in più
di questa cassa integrazione
qualcosa di più certo
dell’occupazione
un bacio che abbia
i giusti ottani per lo scoppio
per farmi ripartire
dopo il brusco arresto

Mandami un bacio
ché fuori c’è
un’influenza contagiosa
un’inflazione che
mi ostacola la spesa
mandami un bacio
che sia rivitalizzante
che abbia l’effetto
di una cura ricostituente

Rit.

Bacio
da mercato popolare
bacio, fresco come menta
bacio democratico
incensurato e libero
bacio senza limiti di tempo

Mandami un bacio
i palinsesti sono
trappole per topi
i baci un lusso che non è
solo per pochi
ché è sempre meglio
un trasporto emozionale
di una domenica
in un centro commerciale

Rit.

Bacio
da stazione ferroviaria
bacio, caldo di partenza
bacio segnaletico
disinibito e gotico
bacio muto cinematografico

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

(testo scritto per la band degli Alfasong)

martedì 26 ottobre 2010

Appunti


C'era una volta una sposa
stirava l'abito bianco
Il suo promesso stanco
ancor prima di iniziare
si accorse con stupore
che andando a decurtare
una dal totale
la somma delle dame che restava
era sufficiente ad appagare
il suo bisogno atavico
di maschio abituato a dominare

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

venerdì 22 ottobre 2010

Appunti


“Non so come spiegarlo” disse lei, che aveva letto tutti i suoi libri, “è come se la sua poesia fosse sospesa nel tempo; vero è che, dopo che abbiamo fatto l’amore, la prima cosa a cui pensa è di andarsene, di rivestirsi e di parlare di cose avulse. Ma io lo trovo comunque irresistibile; un po’ credo sia una questione di vanità; nel senso: a me piace starmene in qualche pagina di qualche suo libro. Sono luoghi confortevoli per il narcisismo femminile. O, forse, è solo la presunzione di esistere prima di ogni poesia, come una fonte di calore che scioglie i grassi della vita”.

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

mercoledì 20 ottobre 2010

Ad Alda Merini


Coincide con le notti il mio bisogno di te
sarà perché le notti ci tengono in pugno
a noi che siamo carta carbone
e che ci iscrivono all’anagrafe due volte
una per quando bussiamo
l’altra per quando chiudiamo la porta
La mia prima ferita me la ricordo bene
Mi era passata sulla bocca una costellazione
ed io ero ammirata da tanta velocità
così la mia mano trascriveva
ciò che la mia bocca baciava
Il mio bisogno di te è come la carta carbone
può moltiplicare un segno all’infinito
All’anagrafe due volte scrissero Alda Merini
Una per quando nacqui donna
l’altra per quando me ne andai
in quella costellazione
dove pure ero stata tutta la vita
nuda agli occhi del mondo


19 ottobre 2010
Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

martedì 5 ottobre 2010

Terzina in La minore (pensiero del ferroviere)


Gli anni passano e i treni non stanno a guardare/
anche le foglie, sia pure per poco/
hanno qualcosa da raccontare/

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

giovedì 30 settembre 2010

La ferita


Come nettare sulle labbra/
pulsanti/
stava la ferita/
per aver addentato carne/
ne ebbe nutrimento l'anima/
-Mangiami- disse alla poetessa/
il folle sul dirupo/
-Mangiami, o mi riprenderò il vuoto-/

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

Il treno dei bambini


Il treno dei bambini non conosce soste
è pieno di madri è pieno di provviste
di palle colorate e di matite monche
Non passa il controllore e c’è sempre un po’ di musica
il morso ad un biscotto, il drago ed il pompiere
la corsa al fazzoletto, un naso da pulire
Il treno dei bambini si burla del ritardo
perché prima che arrivi ne parte sempre un altro
Si burla dei musoni che si tolgono le scarpe
e scova sempre i buchi dove finiscono le calze
Madonna madonnina
non farmi scender presto
non voglio rinunciare a tutto questo chiasso
Madonna madonnina
se conto tutti i pali
ritrovo gatto, volpe e tutti i mie denari

a Maddalena, la mia piccolina, il mio amore

venerdì 17 settembre 2010

Visioni simultanee


Ti ho rubato la lucidità del pensiero
la calda sensazione
di aver ritrovato un posto confortevole
Ho visto chi ero nei tuoi occhi
ed ero il colore che amavi oltremodo
quello stesso colore che ora
e per sempre
mi vedo sulla pelle come un neo


Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

venerdì 10 settembre 2010

Lo starnuto


La mia mano si posa sui petali
uno starnuto anche
l’ombra del volo, il giallo e il suo contrario
Io sono stanco ed è da poco giorno
Succede a volte di perdere il riparo
Se tutto è sui petali, penso
potrò ancora sperare di avere un’allergia
un improvviso arrossamento della pelle
che ora si aggrinza, ora si riavvolge
Certo sì, si può vivere di abitudini
programmare azioni ed impetrare
Ma uno starnuto è un lampo
vive in agguato
Uno starnuto ha l’insolenza di una zanzara
Arriva a scaraventare ogni riverenza
recide il nervo intirizzito dell’istinto
e su tutto si posa
ad ammonire un’altra rotta
un’altra direzione





Bartolomeo Smaldone
"Atomi" Writers Guild of America numero 1432508

martedì 7 settembre 2010

Appunti

Il mio sogno è scrivere, non diventare uno scrittore. Con ciò intendo dire che la notte mi restituisce, in ordine, le parole che, di giorno, vanno sparpagliandosi, o affacciandosi al mio inscrutabile delirio creativo.

Sud


Vengo a te nel nome dei narcisi selvatici
vengo col gesto infantile del chiedere alla terra
il pegno di un fiore da portare al naso
Distogli lo sguardo dal palmo della tua mano
e portalo al cielo per soffiarne le nubi
Ne avrai bagliore nuovo e insolito benessere
una ricompensa per la tua vita, un credito mai riscosso
Soffia sui petali a sollevarne il profumo
perché tutto echeggi di narcisi selvatici
e le nostre parole siano dense dell’aria di campo
Ti stupirai serena di un mio bacio
nella culla di un tempo deviato dall’improvvisa burrasca
tra le dune di argilla benedette da pecore e pastori
nel sud dei pupi e delle crete
Come un dono del destino
ti amerai ancora una volta

Bartolomeo Smaldone
"Gente"- All rights reserved

giovedì 12 agosto 2010

12 agosto 2006


Così arrivi , come un sentiero
come il raccolto ed il buon cane
da qualche sorriso d’angelo
da tutte le pietre del mare
Per me arrivi uomo imperfetto
come piovesse acqua benedetta
come il giusto che bussa alla porta
se dietro una luce rimane accesa
Arrivi leggera e prendi il tuo posto
un angolo d’aria
un bicchiere, un fiore
un ricamo di vento e d’aghi d’abete
ornato sulla tua pelle sottile

Bartolomeo Smaldone
"Gente"
All rights reserved

mercoledì 4 agosto 2010

Appunti

Guarda che ho preso un appunto e metricamente riuscirò a trovargli una collocazione. Non farti trovare impreparata quando i miei esegeti ti diranno che non ho scritto altro che non fossi tu, mia amata terra, chiamata Libertà.

martedì 27 luglio 2010

Appunti

Non riesco a pensare alla poesia come a qualcosa di diverso dal vedere, camminare,parlare, annusare, bere, mangiare. Ho bisogno di muovermi per scrivere; non posso aspettare che la vita mi venga incontro.

martedì 20 luglio 2010

B side


Da poco erano passate le tre
(d’ora in avanti quando diremo – tre –
non insinueremo perfezioni teologiche)
Il caldo era fedele a se stesso
e non ne voleva sapere
di rinunciare alla sua prerogativa
Ciò nonostante
i condizionatori erano spenti
Avevamo maturato, infatti
una certa sensibilità ecologica
Poiché non sapevi cantare
mi avevi dedicato una canzone
e per poco non mi tagliavo
radendomi la barba, tanto mi avevi commosso
Ero sicuro avresti pianto preparandomi il pranzo
non potevo anch’io mostrarmi scosso ai tuoi occhi
Cosa avremmo fatto, altrimenti?
Non sarei riuscito a dirti
quello che avevo scritto la notte prima
mentre passeggiavamo alle terme di Caracalla
e riflettevo che mai più
avrei potuto considerarmi comunista
Dimmi, sinceramente
quanto ci avrebbe reso una vita insieme?
Tu saresti invecchiata con serenità
io ne avrei fatto una malattia
al punto tale da divenirti insopportabile
Dici che è una congettura?
Forse sì, e sono troppe le domande
per uno come me
che ama il lato B dei dischi

Bartolomeo Smaldone
Copyright 2010
All rights reserved

mercoledì 14 luglio 2010

Appunti

Se si amava, quando i limoni erano profumati, non lo si faceva per gli altri. Si amava per noi stessi, perché l'amore ci faceva avvertire quel profumo e ci permetteva di distinguere, al solo tatto, il chiaro richiamo della pelle. Così, quando l'amore andava via, noi che l'avevamo posseduto, fatto nostro, lo conservavamo per sempre.

Bartolomeo Smaldone

Comunicato Stampa

Dal 10 giugno 2010 il mio libro "Gente" non è più edito dalla casa editrice Secop di Corato. I diritti per la stampa e la divulgazione dell'opera, che da contratto erano di esclusiva della Secop sino al 2013, sono stati, pertanto, liberati.

Bartolomeo Smaldone

giovedì 8 luglio 2010

Come mi ricorderai


Mi piacerebbe che un giorno
annusando la mia cravatta postuma di sudore
tu pensassi a me come ad un padre degno
Che almeno una parola ti venisse in mente
delle tante che mi avrai sentito pronunciare
Che il gesto di un passante
un cappello che vola tra la folla
il tavolino di un bar
in una piazza
di una qualsiasi capitale
ti ispirassero brevi attimi di malinconia
Ed immediatamente dopo vorrei tu sorridessi
e te ne andassi libera
per cercare nell’alba
la quinta essenza dell’arcobaleno

Bartolomeo Smaldone
"Gente"

All rights reserved

martedì 6 luglio 2010

Anna


Lasciati amare
perché il tempo non è mai troppo
e nulla ci è dato per sempre
se non quest'ultimo abbraccio
Lascia che il mio canto ti culli
quando il sonno ti cingerà il capo
e porta con te la mia voce
perché non smetta mai di accarezzarti

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved

giovedì 1 luglio 2010

Maschere


Davvero di me non hai capito nulla
Di quanto poco mi importi della tua ambigua moralità
o che il tuo gatto bianco alabastro
abbia imparato a parlare la nostra lingua
Io ho appuntato con scrupolosa applicazione
ogni tua parola
L’ho fatto al mio rientro a casa
come una adolescente asessuata
distesa sul tappeto rivolto ad oriente
nell’ora della preghiera vespertina
Per questo so chi sei
più di quanto tu stesso possa averne consapevolezza
Perché ciò che a te pareva intuizione
per me era tessera di mosaico bizantino
luce del Bosforo mista ad afrore di salsedine
E la somma di quelle gemme viscerali
era la verità macchiata d’olio
per metà umana e per l’altra animale

Bartolomeo Smaldone
"Gente" Secop Edizioni

venerdì 18 giugno 2010

Luglio


Come tutto è al suo posto, in ordine
come tutto segue il rigore del protocollo
L’acqua, il comodino, la mosca incaponita
il labbro avvizzito della donna che ti amò
e che si porge con inerzia caritatevole alla tua fronte madida
Ti terge con il fazzoletto inumidito l’incavo delle guance
passando da uno zigomo all’altro
scendendo tra le pieghe pendule del tuo collo
sino a fermare sul tuo petto glabro l’amorevole intento
di donarti il sollievo all’altezza del cuore
La persiana verde rimanda alla stanza il bagliore occiduo
e confonde ogni oggetto scrupolosamente disposto a scandire il tempo
Confonde la poltrona di vimini intrecciato che abbraccia il corpo di Silvia
nello spazio invaso dal discreto fruscio di una radio ad onde corte
La guardi con la malinconia del pescatore al largo
quasi temendo di poterla destare
e niente sembra insidiare quell’intesa finale
Il senso di una vita intera nel tenero lacciolo che unisce
un letto ad una sedia in vimini intrecciato
Così tutto finisce anche a dispetto dell’estate
quando ogni cosa è al suo posto comprese le parole
odiate, invocate, sputate, cantate
per avvinghiare al cuore quanta più vita possibile
per tenerla stretta quando sta per andarsene
Lo senti nello stremo del male un brano suonato a tre quarti
il titolo che ti sfugge
l’ultima canzone che avresti voluto ascoltare

Bartolomeo Smaldone
"Gente", Secop Edizioni
Foto di Masssimiliano Uccelletti

martedì 8 giugno 2010

Genesi


Esiste una genesi
un punto di non ritorno
un villaggio in campagna
un biglietto ridotto al cinema
quando ancora ci potevi fumare dentro
Un pesce rosso nella sua casa di plastica
una foto scattata davanti ad una fontana
dei semi salati che pungono la lingua
una granita di limoni
senza estratti vegetali aggiunti
Esiste una genesi
una partenza avventata
una interminabile collezione di fumetti
un viaggio in treno con il cambio a Bologna
Esiste una genesi
le acque che si rompono
un parto doloroso
un fiocco da scegliere per scommessa
la prima firma in corsivo
Poi esisti tu
due sillabe che mi fanno entrare l’aria
che mi tengono la vita stretta
due sillabe di buon umore
Ed è tutta un’altra genesi
riuscire a stare insieme in una garitta
perdersi in un silenzio
o in un grande magazzino
e sentirsi chiamare dall’ altoparlante
tra un domino di teste
scorgere due sillabe
Davvero un’altra genesi

Bartolomeo Smaldone
Copyright 2010
Writers Guild of America Registration Number: 1432508

lunedì 7 giugno 2010

Rivisitazioni


Rivisitazioni, come dire “mi sembra di esserci già stato, di stare imbozzolato in un deja vù”.
Saranno svariati minuti che faccio sempre la stessa strada, dalla quale se ne imbocca un’altra che accede ad una piazza dalla quale si aprono altri cinque vicoli. Che fardello che i multipli dei minuti siano le ore e che i multipli delle ore siano gli anni. Rivisitazione anche questa: nessun particolare è uguale a se stesso; cambia a seconda degli occhi che lo vedono. La strada ci offre, deo gratias, molto di più dei due lati della stessa insipiente medaglia.
Rivisito: ossia, ci torno, perché ci sono stato bene, mi sono sentito come nella cucina di casa mia la domenica mattina.
Rivisito, come dire, non esiste una sola versione dei fatti. Per fortuna esistono le interpretazioni. Fatta salva la verità? Certo. Almeno quella, sempre.

Bartolomeo Smaldone
2010 All rights reserved

giovedì 3 giugno 2010

La scala


Le mie nuvole si sommano al volo
delle chiavi che scendono dal cielo
Le mie nuvole sono un circo in transumanza
e sono mie perché ne ricordo i nomi
Nuvola prima
mi conta tutti i giorni
e un po’ mi irrita, ma almeno mi rammenta
Nuvola seconda
le impronte dei miei piedi
ci passo veloce ma restano comunque
Nuvola terza
il mio maglione preferito
a collo alto come nei film di Truffaut
Nuvola quarta
il regno degli ambulanti
e delle donne alle porte con le ramazze in mano
Nuvola quinta
la mia fetta di anguria
e nessun prezzo da pagare all’acqua
Nuvola sesta
la prima polluzione
e la scoperta dei vangeli apocrifi
Nuvola di pane ricoperta d’olio
mentre la gente passa tutto il tempo in auto
ed io mi mangio sopra il tetto di un poggio
il mio boccone di buona primavera


Bartolomeo Smaldone
Copyright 2010
Writers Guild of America Registration Number: 1432508

venerdì 21 maggio 2010

Ologramma


L’immateriale amo di te
che non hai nulla di un paesaggio lunare
perché sei fatta di gravità
Amo vederti correre in un campo d’avena
e mangiare frutta dagli alberi
leggere un libro incrociando i piedi
riuscire, in un negozio di scarpe
a cambiare idea davanti alla cassa
E quando sorridi agli sconosciuti
come se volessi sollevarli di un peso
quando ti addormenti in macchina
con la bocca dischiusa come da un incantesimo
è ancora l’immateriale che amo
La materia avvizzisce ogni giorno
ogni giorno perde pezzi di sé
L’ologramma di quello che siamo, invece
rimane, dietro gli occhi
nel mito dei nostri racconti


Bartolomeo Smaldone
Copyright 2010
Writers Guild of America Registration Number: 1432508

venerdì 14 maggio 2010

Les amants


Il segreto Biancamaria, il segreto davvero non lo conosco
mi sembrava naturale vederti bere
anche se era la prima volta
e la luce non illuminava i calici
ma guidava le mani
Io le tue mani le avevo sempre sognate
sottili e geniali
piccole come le tue orecchie
simmetriche come le vere menzogne
Mi ero immaginato anche il primo bacio
alla fine di un’aporia da applausi
dopo tutte le parole che avevo appuntato
sulla mia moleskine
per dirti che nessun albero sceglie mai il suo posto
E invece, mi sono avvicinato a te
con la goffaggine di un portalettere
chiudendo gli occhi per darmi coraggio
ed entrare nel caldo spazio della tua bocca
Dovrò esserti sembrato un bambino
perché erano anni che nessuno mi abbracciava così
L’ho sentito tutto nelle unghie il tuo amore
ho corso per sudare e ritornare
volevo mi vedessi esausto
che mi ritemprassi di carezze e musica
Il segreto però non lo conosco
anche se l’ultima volta
andando via da casa tua
provai a pensare non fossi fatta di tempo
ma di sereno eterno

Bartolomeo Smaldone
Copyright 2010
Writers Guild of America Registration Number: 1432508

giovedì 29 aprile 2010

Staedtler numero 2


Qualche volta è vero quello che dicono
lasciarsi alle spalle la primavera
ha un odore di soffitta
Ma non mi sento di peccare
non ho nemmeno un sacramento
e non mi sento sporco
Da piccolo usavo bene la mia staedtler 2
facevo di quei segni che nessuno capiva
dicevano “astrattismo” per dire “è un tipo strano”
mi invitavano a passare ai numeri
che era roba da uomo
Quando lo vidi, invece, mi innamorai delle terzine
e per lui accettai l’esilio
la fatica di camminare, il ludibrio
gli occhi sempre addosso a guardarci il culo
“Pure il figlio di Pasquale,
quello che fa il mercato in piazza d’armi,
si muove strano e parla strano”
Io non mi sento sporco
mi è oscuro l’amore quanto lo è ad ognuno
nello stesso modo soffro o gioisco
mi angustia la notte e guardo l’ora
mi rallegrano tutti i suoi ritorni

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved 2010

venerdì 16 aprile 2010

Espresso nuit


È stato quando hai sistemato l’ultimo bagaglio,
è stato quello il momento in cui ho compreso
che non sarei mai stata tua
Poi quell’uomo
Come ti è venuto in mente di fargli una simile raccomandazione?
Dovevi saperlo
che gli scompartimenti, di notte, nascondono insidie
Erano così tante le cose da dire
me le ero lasciate tutte alle spalle
per ritrovarle in quel vagone senza luce
- Gliel’affido-
Non dovevi riporre la tua fiducia in uno sconosciuto
uno del quale ignoravamo il passato e il fascino
Non dovevi riporla in me
che ti ero stata fedele senza amarti
Pregavo che quel treno non terminasse la sua corsa
pregavo di non sentirlo mai il nome della mia stazione
Anche solo dieci fermate sarebbero state sufficienti
perché in quel posto c’ero sempre stata
in quelle ore avevo avuto più della mia vita
e quell’uomo era sempre stato il mio
Avevamo solo scelto partenze diverse
Ora che posso scriverti in serenità
è giusto che tu sappia di quella notte
di quel treno dove mi ritrovai
Che scesi sì, ma sarei rimasta fino all’arrivo
e, giuro, avrei dimenticato ogni cosa di te
e di Torino, di Mirafiori
ogni cosa, fuorché i miei figli
Ti sembrò strana, qualche tempo dopo
la mia risoluta partenza
Volevo dirtelo dove trovai il coraggio
così anche tu potrai scordarti di me

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved 2010

mercoledì 14 aprile 2010

Caffè letteraio - Giovedì 22 aprile 2010, ore 21.00 -


Caffè letterario presso la Villa Pallavicini, in Via Meucci 3 a Milano

giovedì 8 aprile 2010

Il guardiano del buio


Ci stavo dentro quell’involucro di parole
senza nessuna legittima provenienza
chiuso in un senso che era oltre ogni forma
Solo ci stavo, nella solitudine che mi riconosco
quella che mi fa diverso in mezzo agli altri
Mi incontravi non per avere risposte
e le domande le avevi perse tutte
Mi incontravi per stare con me in quel silenzio
ostaggio di voci sovrapposte
Non sentivo il tuo disagio di essere interprete
di quell’involucro di tonfi chiasmi
di quel linguaggio che mi somigliava
nell’istante in cui si faceva me oltre il linguaggio stesso
Mi incontravi per stare dentro quel buco
che nessuno, eccetto noi, udiva
Potevamo parlarci perché eravamo sostanza
centro di tutte le comprensioni
Eravamo belli nel nostro silenzio
di una bellezza che suscitava invidia
per la sua inspiegabile perfezione
Se soffrivi, io sapevo
perché soffrivi senza dire
e l’involucro di quelle parole ero io
io il custode, il guardiano del buio

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved 2010

venerdì 2 aprile 2010

Mare di cellulosa


Indiscutibile il suo modo personale
di aprire e chiudere le vocali
e il buon risveglio rendeva indiscutibile il mattino
Se le parlava lo faceva solo come una congiunzione
ma ad ascoltarla sembrava verosimile ogni sogno
In via Verbania, al quattro, un tempo attraccavano le barche
il mare arrivava da lontano ed era un mare di cellulosa
ci potevi scrivere sopra o passare il giorno ad asciugare
o ad aspettare Tantalo imbrigliato al suo albero di mele
Era tutta una questione letteraria
si trascrivevano menzogne e confessioni
perché ne restasse traccia dopo ogni sparizione
Si lasciavano indizi di profumi
fogli sparsi in bagno e vestiti smessi
e tutti conducevano allo stesso specchio
Aveva avuto in sé un’immagine
piena di colori come un bicchiere pieno
come un’arnia prima della sciamatura
Chi era passato in via Verbania, al quattro
ricordava ancora il mare di cellulosa
e l’ombra di lei sulle parole nere
la lentezza del distacco, il dolore della sera
l’inchiostro di quei giorni
Chi era passato in via Verbania, al quattro
vedendo la luce della sua finestra
l’aveva creduta in attesa del suo scrittore
e non aveva mai smesso di desiderarla


Bartolomeo Smaldone
All rights reserved 2010

martedì 30 marzo 2010

Prossime presentazioni del libro "Gente"

11 aprile 2010 Masseria del Crocifisso, Polignano (BA)

18 aprile 2010 Libreria Zazie, Fano (PU)

22 aprile 2010 Villa Pallavicini, Milano

lunedì 22 marzo 2010

L'aspetto nel sonno terso


L'aspetto, nel sonno terso di una terapia
nella sala d'attesa di questo reparto
per quella cieca attitudine a non dimenticare
che hanno i vecchi e le stenografe
Aspetto, ci stanno bene i miei piedi
nelle ciabatte di feltro
Mi credi se ti dico che ho riletto tutta la mia vita
nella fogatura nera di una piastrella di grafite?
Clara, Clara, un migliaio di volte Clara
Che l'amo è scritto in tutti i verbali della polizia
e tu pure lo sai
e l'hai annotato nella cartella con il mio nome
tra quegli incomprensibili referti
Cosa dicono di me?
Apprendi dalla mia voce chi sono
che non sarei dovuto ritornare, quel giorno
che avrei dovuto continuare a cercare il suo regalo
E non sarei stato qui, ora
a fissare l'intonaco grossolano di quella parete
a passare il dito sul corrimano
a cercare nei tuoi occhi grandi e blu
l'indizio di un uomo che ero
C'era sembrato possibile a quel tempo
camminare sopra i cornicioni
vivere di illusioni
senza che il male potesse intaccare i nostri sogni
le nostre giubbe aperte anche in pieno inverno
L'aspetto, Clara
perché a me solo disse quelle parole
che sono la mia fede ostinata nel suo ritorno
L'aspetto, perché in questo posto
tutti aspettano qualcosa e non qualcuno
ed io non voglio dimenticare la sua promessa
perché nessuno più mantiene le promesse
nessuno più viene a parlarci
nessuno più si ricorda di noi

Bartolomeo Smaldone
All rights reserved
Copyright 2010

sabato 13 marzo 2010

Le cinque barche


Vorrei andarmene dopo aver dato un nome alle barche
ne ho viste cinque, in una darsena a Sibari
Dovrebbero avere tutte il nome di una donna, le barche
scritte di colore blu, lettere grandi come i pesci delle fiabe
dipinte a mano seguendo la corrente
Andrei via senza sofferenza e senza rimembranza
all’idea di cinque barche in mezzo al mare
Sarebbero la mia architettura a spasso per gli oceani
e tu non avresti nulla da chiedermi ancora
perché i miei segreti starebbero tutti nelle loro stive
Ti basterebbe scegliere un porto, a oriente o ad occidente
scegliere un nome e attendere il suo arrivo
per sapere quello che di me non ebbi tempo di scrivere
quando le parole si moltiplicarono ed io diventai piccolo


Bartolomeo Smaldone
All rights reserved 2010

venerdì 12 marzo 2010

Il calore di Vico del Gargano, del Rotary, del suo presidente e della sua Gente, 11 marzo 2010

La mia fame di vita non può essere appagata dal successo, ma dal contatto con la gente. Sono reduce da un'altra presentazione del mio libro, in un altro paese d'Italia nel quale ho avuto la fortuna di stringere legami intelletivi con persone speciali.
Il mio grazie va a Luigi, a Rita, a Fabio, a Michele e a Grazia. A Lucrezia e a Maria che hanno magistralmente interpretato alcune mie poesie, commuovendomi. Al sindaco che ho scoperto essere stato grande amico di Andrea Pazienza. A chi, a fine presentazione, ha voluto stringermi la mano e dirmi grazie, imbarazzandomi e rendendomi felice.

Bartolomeo Smaldone

giovedì 11 marzo 2010

Bartolomeo Smaldone e Simone Avincola Quartet


26 marzo 2010, ore 20.30
Keaton Pub Live Music
G.Ravizza, 80
Roma


La musica del cantautore Simone Avincola e le poesie dello scrittore Bartolomeo Smaldone, insieme al Keaton, per un viaggio attraverso le anime di eroi antidogmatici.

venerdì 5 marzo 2010

VICO DEL GARGANO, 11 MARZO 2010, SALA CONSILIARE, ORE 19.00


Il libro "Gente" arriva sul Gargano, in uno dei paesi più suggestivi della famosa area turistica pugliese. Vi arriva grazie all'impegno di un noto avvocato del posto, Luigi Palmieri, grande appassionato di letteratura.

giovedì 4 marzo 2010

Concerto degli Alfasong, sabato 6 marzo, auditorium Sacro Cuore di Altamura


Sarò ospite degli Alfasong, nel corso del loro concerto, per fare un reading di alcune mie poesie edite ed inedite.
Si accede con invito.
Per informazioni contattate i seguenti numeri:
3286729027
3476501530

Quel che non ho



Non so cosa sia felicità
Né cosa sia poesia
Questa pure non è poesia
Ma uno sciocco esercizio
Un artificio
Le mani mi tremano
Cammino al contrario
Non sono sensibile al caldo
Tanto meno al freddo
Che sia estate o inverno
Per me non fa differenza
Giungerò alla morte per inerzia
Fumando sigarette contro ogni ragionevole consiglio
Contro il buon senso e contro ogni campagna di dissuasione
Tutto è così strano
Non avere un’anima e desiderare di essere un uomo
Ben oltre l’esercizio delle funzioni vitali
Ben oltre l’istinto di sopravvivenza e quello sessuale
Il tempo passa senza criterio
Spesso accadono cose innaturali
Un padre e una madre che danno sepoltura al loro figlio
Io scruto tutto
Dal terzo piano di una casa vecchia di vent’anni
Accanto al mio cane con la testa fuori dalla balaustra
Mi lascio affascinare dalla gente che scorre
Dal mistero che si nasconde dietro ogni volto
Dietro le parole e il gesticolare
So che un giorno anch’io non sarò e non saprò più niente
Sarà il giorno in cui cesserà di tramandarsi la memoria di me
Non una via né un teatro porteranno il mio nome
Anche questo scritto si decomporrà come il mio corpo
Ma non è la fine ad atterrirmi
Mi infiamma ciò che mi sfugge
La tenerezza e la stupidità di una vita normale

Bartolomeo Smaldone
"Gente" Secop Edizioni

mercoledì 3 marzo 2010

Tra i banchi delle elementari


E' un'intervista che racconta della edificante esperienza fatta a fine gennaio scorso in una quinta elementare di Altamura. Non mi hanno stupito, in quella circostanza, l'attenzione, l'interesse e l'acume mostrati dai bambini. Non mi ha stupito perché io credo che il nitore di quell'età possa indicare agli adulti la giusta direzione.

Grazie alla maestra Maria Rella ed ai suoi indimenticabili alunni della V/E della scuola elementare "Golgota" di Altamura.

Bartolomeo Smaldone

martedì 2 marzo 2010

La piccola venne al mondo e il mondo ne fu lieto


Che riccioli belli ti porti alla nuca
trucioli neri che raccolgono l'aria
ci passi la spazzola e il sole li asciuga
il caldo di un sole di plastilina
Lo sanno i poeti quando sto per partire
con loro divido i verbi e le botte
tu sola sai quando sto per tornare
con te divido la soglia dei sogni
Stattene libera, nella musica e nel corpo
nel cibo tra i denti, nel naso che gocciola
Stattene libera nei no che dirai
nelle promesse che non potrai mantenere
nelle febbri estive, nelle porte che si chiuderanno
negli incontri felici nei supermercati
Devi assaporarla la libertà
devi pretenderla come un battesimo laico
per tutte le creature che potrai immaginare
nello sterminato regno della tua fantasia
Il giorno che ti rivedrò e tu sarai grande
mi torneranno in mente le parole della maliarda
i suoi tre tocchi sulla tua fronte
i suoi occhi a interrogare la bacinella di magnolia
e l’acqua e l’olio a bagnare la strada
per mandar via la malasorte
Capirò che l’unica cosa che ti avrà affascinato
sarà stato il bisogno di essere altrove
per non perderti nulla di ogni prossimo viaggio

Bartolomeo Smaldone
Copyright 2010
All rights reserved

mercoledì 24 febbraio 2010

COERENZA EMOTIVA


Normalmente mi disabituo
alla mancanza, alla lontananza, alla lungimiranza
alla vicinanza asfittica, anestetica
Mi sforzo di essere autosufficiente, autoportante
auto illuminante
Potrei stare ore ed ore a fissare un punto
senza dir nulla o semplicemente fischiettando
Chiunque avrebbe ragione a credermi folle
e vincerebbe l’intera posta
perché normalmente lo sono
Ho la follia di chi si rimescola
di chi si spariglia
di chi si sfila guanti e camice bianco
per stare al caldo del mondo
e delle belle voci che tutto sanno
Ho la follia di chi arriva e riparte
non cammina, corre
salta e cade a testa in giù e tutto il resto all’aria
Il prezzo di una boccata di ossigeno epurato
senza tossine e senza debiti
senza riserve o indulti
Voglio quindi esisto
e più voglio più mi consumo
obbedisco al richiamo della foresta e non della civiltà
L’uomo civile mi annoia
ha il tanfo del galateo
e batte sempre troppo spesso le mani
come se fosse ogni volta in televisione
a godersi il profilo giusto, quello che sfila
quello che cancella tutti gli inestetismi
Dalla mia parte, da questo olimpo di eroi decadenti
io vedo il dissennato e il paroliere
e l’insonne e il suonatore di armonica
seduti l’uno accanto all’altro
a godersi gli occhi diafani della bella sacerdotessa
che tutti assolverà nel nome della coerenza emotiva

Bartolomeo Smaldone
(Copy 2010- all rights reserved)

martedì 23 febbraio 2010

PROSSIMA PRESENTAZIONE 26/02/2010


Prossima presentazione del libro "Gente": Venerdì, 26 febbraio, ore 18.30- Sala Cardone della Redazione di "Primo Piano" - Via Cervelli 6, Bitonto (BA) -

giovedì 18 febbraio 2010

Gente in libreria

Se volete, potete ordinare il mio libro ,"Gente", in tutte le librerie d'Italia. E' sufficiente dare il titolo dell'opera, il nome dell'autore e quello della casa editrice.
Se la libreria non dovesse conoscere l'editore o il titolo che si sta cercando
è sufficiente indicargli di contattare il distributore ai recapiti qui sotto riportati:

ediQ Distribuzione
casella Postale 56
I-21040 Gerenzano (Va)
tel. 02-9689323
fax 02-9689323
cell. 347.4140016
Email: commerciale@ediq.eu

mercoledì 10 febbraio 2010

PROSSIME DATE CONFERMATE PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO "GENTE"


Venerdì 26 febbraio 2010, ore 19.00 - Salotto letterario Sen.G.Degennaro, L.go Teatro 7, Bitonto (BA); sabato 13 marzo 2010, ore 19.00 - Sala Consiliare, Vico del Gargano (FG)

lunedì 8 febbraio 2010

Il sacrificio


Sembra impossibile riuscire a sopravvivere al progresso
nonostante il tuo passato e la vita
della quale raramente si ha coscienza
Sembra impossibile che tutto sia avvenuto
all’interno di una casa finta
come se l’amore e il mondo non contassero
e i ricordi fossero solo spilli che si configgono nel ventre
a ricordarti che sei stata donna solo per diventare madre
Sembra impossibile che qualcuno possa averti calpestata
per gloriarsi del potere d’esser uomo
umiliata per sentirsi padrone
e non amante o padre
Donna mia dai capelli gonfi e neri
non si può ridurre il cielo a qualcuno che parte
e qualcuno che rimane
con le braccia levate a salutare
e con gli occhi a dire – resta, che mi duole il cuore-
Sembra impossibile essere mortali
non avere un altro tempo e un’altra pelle
o acqua sufficiente per vedere i nostri fiori germogliare


Bartolomeo Smaldone
All right reserved

venerdì 29 gennaio 2010

Al 19



Io sto con Giuseppe
come partigiano a difesa di una retroguardia
dei suoi cinquantaquattro anni
dei pochi denti che gli ho visto in bocca
quando mi ha sorriso con tutta la faccia
versandomi da bere prima della fame
È stato allora che l'ho sentito
il portone chiudersi alle sue spalle
Santa Maria dell'Anima, Sant'Isidoro
piccole spalle da adolescente
strette nel gelo dei refettori
Perché il vento si prende le gambe
e ci vuole vino per mandarlo via
per scacciarlo lontano dagli occhi umidi
Il dente è sensibile, il cuore spinge
la porta è aperta
non dirmi cose che non potrei dimenticare
- è bene che i figli restino a casa-
Perderò la mia natura verticale
sprofonderò nel vuoto di questa sedia
nelle specchio di questi bicchieri che parlano
Sprofonderò come un trucco svelato
come un partigiano alla resa dei conti

(A Giuseppe)

Bartolomeo Smaldone
Copyright 2010
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