Oggi nasco per l'ennesima volta; dal nulla di un verso che non c'era, nasco.Accetto che questa sia la mia vita: una questione di rinascita in versi. Oppure, l'inverso del nulla, che è la Poesia stessa.
giovedì 30 settembre 2010
La ferita
Come nettare sulle labbra/
pulsanti/
stava la ferita/
per aver addentato carne/
ne ebbe nutrimento l'anima/
-Mangiami- disse alla poetessa/
il folle sul dirupo/
-Mangiami, o mi riprenderò il vuoto-/
Bartolomeo Smaldone
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Il treno dei bambini
Il treno dei bambini non conosce soste
è pieno di madri è pieno di provviste
di palle colorate e di matite monche
Non passa il controllore e c’è sempre un po’ di musica
il morso ad un biscotto, il drago ed il pompiere
la corsa al fazzoletto, un naso da pulire
Il treno dei bambini si burla del ritardo
perché prima che arrivi ne parte sempre un altro
Si burla dei musoni che si tolgono le scarpe
e scova sempre i buchi dove finiscono le calze
Madonna madonnina
non farmi scender presto
non voglio rinunciare a tutto questo chiasso
Madonna madonnina
se conto tutti i pali
ritrovo gatto, volpe e tutti i mie denari
a Maddalena, la mia piccolina, il mio amore
venerdì 17 settembre 2010
Visioni simultanee
venerdì 10 settembre 2010
Lo starnuto
La mia mano si posa sui petali
uno starnuto anche
l’ombra del volo, il giallo e il suo contrario
Io sono stanco ed è da poco giorno
Succede a volte di perdere il riparo
Se tutto è sui petali, penso
potrò ancora sperare di avere un’allergia
un improvviso arrossamento della pelle
che ora si aggrinza, ora si riavvolge
Certo sì, si può vivere di abitudini
programmare azioni ed impetrare
Ma uno starnuto è un lampo
vive in agguato
Uno starnuto ha l’insolenza di una zanzara
Arriva a scaraventare ogni riverenza
recide il nervo intirizzito dell’istinto
e su tutto si posa
ad ammonire un’altra rotta
un’altra direzione
Bartolomeo Smaldone
"Atomi" Writers Guild of America numero 1432508
martedì 7 settembre 2010
Appunti
Il mio sogno è scrivere, non diventare uno scrittore. Con ciò intendo dire che la notte mi restituisce, in ordine, le parole che, di giorno, vanno sparpagliandosi, o affacciandosi al mio inscrutabile delirio creativo.
Sud
Vengo a te nel nome dei narcisi selvatici
vengo col gesto infantile del chiedere alla terra
il pegno di un fiore da portare al naso
Distogli lo sguardo dal palmo della tua mano
e portalo al cielo per soffiarne le nubi
Ne avrai bagliore nuovo e insolito benessere
una ricompensa per la tua vita, un credito mai riscosso
Soffia sui petali a sollevarne il profumo
perché tutto echeggi di narcisi selvatici
e le nostre parole siano dense dell’aria di campo
Ti stupirai serena di un mio bacio
nella culla di un tempo deviato dall’improvvisa burrasca
tra le dune di argilla benedette da pecore e pastori
nel sud dei pupi e delle crete
Come un dono del destino
ti amerai ancora una volta
Bartolomeo Smaldone
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