Meridionale

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Reading durante il concerto di Fabrizio Emigli alla Domus Talenti, Roma, 10 marzo 2011

venerdì 30 settembre 2011

Sempre dalla parte della Cultura


Le ragioni della politica sono sempre meno le stesse della società civile, perché gli interessi che ciascuna persegue sono diversi. Una società civilmente evoluta, pone a fondamento della propria crescita morale i valori immateriali che derivano dalla Cultura e dalla Bellezza, e riesce a trasferire quei valori nella quotidianità, trasformandoli in segni tangibili di un positivo cambiamento. La politica, al contrario, è ripiegata su se stessa e sul compiacimento dei poteri forti. Di quei poteri che considerano la Cultura e la Bellezza come della minacce destabilizzanti.

Bartolomeo Smaldone

sabato 24 settembre 2011

Sopra ogni cosa ho amato le tue palpebre


Riusciresti a far parlare anche l'ulivo
e il trullo
in quella strada sciamannata
dove ci buttano i rifiuti
e quelli che hanno perso la fede
ci sputano anche
Quanto è indiscriminato il dolore, amore
più della morte
Ma senza, cosa saremmo?
Se non soffrissimo andando via da quella strada
come potremmo desiderare di averne un'altra?
E' tutto vero
nei sogni e nel volatile vestirsi al mattino
Tutto è vero
quando mi baci e chiudi gli occhi
ed io ti inganno, aprendoli per primo
per vedere le tue palpebre truccate appena
quel tanto che ti basta a perdere il pallore
Farò un lungo viaggio risalendo la nostra regione
lo farò di corsa per trovarti a quell'incrocio
e per seguirti fino a quella strada
sciamannata e nobile
Voglio sentirli parlare
l'ulivo e il trullo
quando gli darai la voce
Loro sapranno cosa raccontare
a quelli che sputano sull'amore

Bartolomeo Smaldone
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giovedì 22 settembre 2011

La Cava della vergogna


Non deve stupirvi la storia che stiamo per raccontarvi, perché è una storia tipicamente italiana.

E' quantomeno paradossale chiamare "problema" ciò che in qualsiasi altra parte del mondo chiamerebbero "opportunità". Ma, così è.

Nel maggio del 1999, in località Cava Pontrelli, a pochi chilometri dal centro abitato di Altamura, in maniera del tutto accidentale, vennero rinvenute oltre 25.000 impronte di dinosauri di quattro specie diverse, erbivori e carnivori, appartenenti al cretaceo superiore.
Una scoperta di straordinaria importanza perché permise di riscrivere la storia della paleogeografia mondiale, dal momento che dimostrò che le terre, lì, erano emerse non un milione di anni fa, come si credeva sino a quel momento, ma sessantacinque milioni di anni prima.
Cava Pontrelli era stata acquisita, quello stesso anno, da Carlo Columella con l'intento di ricavarne una discarica per materiali inerti.
Contrariamente a quanto sarebbe stato lecito attendersi, lo Stato non procedé subito, come pure avrebbe dovuto, con l'esproprio della Cava per pubblica utilità. Si limitò a porre un vincolo sulla paleosuperficie, di fatto lasciando che il sito paleontologico più importante al mondo rimanesse proprietà privata.
Da allora, da quel giorno di maggio, sono trascorsi dodici lunghi anni; dodici anni durante i quali si è fatto davvero poco, e davvero molto male.
Nulla è cambiato; anzi. Attualmente le orme dei dinosauri versano in uno stato di assoluto e mortificante degrado, anche perché non è stata posta in essere alcuna azione di tutela e di conservazione da parte della Soprintendenza Archeologica.
Le generali omissioni da parte dei soggetti che avrebbero dovuto, perché preposti dalla legge, farsi carico della risoluzione del problema, sono state
colmate, ancora una volta, e come spesso accade in Italia, da una iniziativa civica. Da una petizione on line promossa dal "Comitato per la restituzione al mondo della Cava dei Dinosauri di Altamura". Comitato che ha avuto il grande merito di porre, per la prima volta, il quesito esatto e soprattutto di porlo al giusto interlocutore: lo Stato.
Perché, nonostante quanto previsto dall'articolo 42 comma terzo della Costituzione, e dall'articolo 834 del codice civile, non si è dato corso sin da subito,
sin dal 1999, alla procedura espropriativa?
Un quesito chiaro, inequivocabile; una petizione firmata da migliaia di persone da tutta Italia; un'azione che per la prima volta, dopo dodici anni,
ha portato lo Stato, nella persona del Soprintendente archeologico della Puglia, dott. De Siena, ha pronunciare solennemente la parola esproprio.
Si tratta, certo, di un buon risultato, ma non ancora della definizione ultima della questione. Il Comitato per la restituzione al Mondo della Cava
dei Dinosauri, forte delle dichiarazioni rilasciate da De Siena, ha presentato formale richiesta di accreditamento, presso la Soprintendenza, per monitorare
tutte le fasi della procedura espropriativa. Perché sarebbe irragionevole, ora, abbassare la guardia, e questa storia, francamente, si è dimostrata
sino troppo irragionevole, o se vogliamo, meglio, "ragionevolmente italiana".

Bartolomeo Smaldone

mercoledì 21 settembre 2011

Non illudetevi di trovare la verità nella Poesia. La Poesia è la negazione della verità stessa. Se il poeta ammettesse di una cosa che essa è vera, non comporrebbe mai nemmeno un verso.
La Poesia è allucinazione, alterazione, mistificazione.
Di un intero universo, la Poesia è il suo esatto opposto, il parallelo.
Anche quando vi pare che la Poesia parli della vita, non dimenticate che pure la vita, per il Poeta, non esiste, non è vera al di fuori di sé. Ciò che gli accade, vivendo, è solo il passaggio obbligato per approdare ai suoi versi.

lunedì 19 settembre 2011

Era (mesozoica)


Era quello che sarebbe accaduto
era l'agonia dei miei versi incivili
era il ricordo di dove partimmo
era la strada della terrazza
Era il segreto che mi affidasti
era la promessa di non andare
era la cameriera alquanto stolida
era la gente inopportuna
era il mio piede sulla tua caviglia
era la tua mano che giocava col tappo
Era settembre e sembrava luglio
era di sera e sembrava giorno

Bartolomeo Smaldone
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mercoledì 7 settembre 2011

Filastrocca del pollaio (contro ogni abuso di potere)


Cento polli, tutti in fila
aspettavano l'arrivo
del furente macellaio
gran padrone del pollaio.
"Sì, è pur vero, siam pollame"
disse il pollo portavoce
"ma qui stretti, tra la paglia
neanche l'asino più raglia.
Sarà pure che il padrone
ha diritto alla magione
mentre i polli, per natura
han diritto alla cottura.
Però quanto gradiremmo
che da qui alla nostra fine
ci facesse il bel regalo
di allargarci le cabine.
Che se il pollo è un po' dimesso
non vuol dire che sia fesso
e a volerla dire tutta
vista l'aria che qui butta
neanche essere padrone
dà diritto al gran blasone".

Bartolomeo Smaldone
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lunedì 5 settembre 2011

Sono stato in pena per te


Sono stato in pena per te
e la pena di un poeta è un mistero inaccessibile
un male oscuro
Ogni cosa che fosse indispensabile al mio viaggio
la portavo con me
ma era lieve il mio involto
Indispensabile mi era solo il viaggio
e la pena con esso
Avrei voluto scriverti dal primo giorno
in quel vicolo maleodorante
in cui mi avevano riservato un tavolo
con i fiori di polistirolo
Ma non ero il poeta, allora
La pena mi ghermiva e l'aria mi mancava
e le parole risultavano inaudite
Ero un viaggiatore a corto di vocaboli
di un piano sensato di fuga
Sono stato in pena per te
lo riconosco con gratitudine alla pena
perché da quel giorno sino a questo istante
mi sono sentito così uomo
da non riuscire a scriverti
nemmeno un verso

Bartolomeo Smaldone
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giovedì 1 settembre 2011

Memoria


L'aria mi ripugna
non l'aria in sé
quella mi porta i pensieri
L'aria che non ti blandisce
come sapone di Aleppo
che non viene a raccontarmi
delle tue disgrazie e dei tuoi voti
Quell'aria mi ripugna
perché non è nostra
nostra soltanto
E' l'aria dei controllori e degli evasori
l'aria dei detenuti e delle carmelitane
E' il sogno dei sommozzatori
il lusso degli ipocondriaci
Ma l'aria che si smeriglia al tuo passaggio
quell'aria, io la benedico
Fossi un vegetale o un musicista
a quell'aria renderei la vita

Bartolomeo Smaldone
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