“Sei imbrigliato nei tuoi versi”, mi sono sentito dire. E come darle
torto: fondamentalmente è così. La vita esteriore è quasi sempre un pretesto,
un’occasione di contatto. Prendi, suggi, fa’ quello che devi fare e dopo va’. Torna
nel tuo mondo fatto di trasformazioni. Scrivi. È da sempre la cosa che sai fare
meglio. Falla! Ad alcuni le tue parole piaceranno. Altri le detesteranno, le
troveranno insopportabili, indigeste, nefaste. Epicedio. Epinicio. Cosa diamine
vorranno mai dire! Sei imbrigliato nei tuoi versi, è vero. Ma chi non è
imbrigliato in una qualche misura in qualcosa? La signora con la passione per
l’oriente non ha perso l’abitudine di portare a spasso il suo maltese,
costringendolo a indossare quegli assurdi abiti per cani. Entrambi sono costretti
ad una forma di schiavitù. Per il cane è evidente, per la signora è un’ ipotesi.
Forse è imbrigliata al suo amore per un uomo che non la ama, e anche lei è
schiava di qualcosa.
Come vedi, mia cara, tutto il mondo, grossomodo, è soggetto a una
forma di costrizione. Sopravvivrai. Sopravvivremo.
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