Meridionale

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Reading durante il concerto di Fabrizio Emigli alla Domus Talenti, Roma, 10 marzo 2011

mercoledì 16 dicembre 2009

LETTERA DI VENDOLA A BART

Caro Bartolomeo,

purtroppo non posso partecipare alla presentazione del tuo libro. Voglio comunque che Ti giungano i miei complimenti per la scelta di scrivere e pubblicare.

Io scrivevo filastrocche a sei sette anni e poi ho scritto, durante le medie, i primi componimenti. La poesia è stata anche uno dei modi per rompere con il provincialismo in cui eravamo immersi. Tu considera un piccolo municipio del profondo Sud: per me che avevo vent’anni nel ’78 e dieci anni nel ’68 la poesia era un modo per conoscere il mondo.

E’ Pablo Neruda che mi ha fatto scoprire l’America Latina. E’ Garcia Lorca che mi ha fatto scoprire il fascismo nella sua dimensione più violenta. Era impossibile affrontare per me, da ragazzino, la tragedia dello stalinismo se non avessi avuto anche lo stimolo della lettura di Dostoevskij. La poesia, la grande cultura letteraria, sono state un insieme di finestre sul mondo.

Per me Pasolini non è mai stato ucciso. Me lo ripeto spesso, quando incontro le sue rime, la sua inquieta vitalità, la sua soave disperazione, in ogni porzione di strada, di cielo, di casa.
Oggi Accattone sarebbe probabilmente un ragazzo extracomunitario, momentaneo inquilino di un campo nomadi. Ninetto sarebbe invece un giovane precario senza busta paga né orizzonti stabili abitante della estesa periferia senza centro di una delle nostre province europee.

E in questa ferita trasversale del mondo, dove reale è l’esigenza di un nuovo straccio di speranza che abbiamo bisogno di riprendere un bel cammino attraverso la cultura letteraria e poetica per ridare dignità e giustizia alle parole. Altrimenti diventiamo schiavi del presente e il futuro altro non è che la reiterazione della Babele in cui viviamo
Buon viaggio caro Bartolomeo.
Saluto i partecipanti con affetto e auguro a tutti un buon Natale e un felice Anno nuovo


Nichi Vendola


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