Meridionale

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Reading durante il concerto di Fabrizio Emigli alla Domus Talenti, Roma, 10 marzo 2011

domenica 27 dicembre 2009

Recensione di Antonella Leogrande

“I poeti ‘devono’ soffrire: non c’è guerra,né rivoluzione che possa mutare il loro destino” (Salvatore Quasimodo).E davvero ha sofferto Bartolomeo Smaldone nel lungo e tortuoso percorso che lo ha portato alla pubblicazione della raccolta “Gente” (Secop Edizioni 2009).Non una semplice silloge,ma un progetto artistico polisensoriale e cinestetico,come si può leggere sulla copertina.
Tra le pagine di “Gente” i versi e il racconto,le immagini di Massimiliano Uccelletti,la musica di Rosella Clementi,la prefazione scritta a quattro mani con il Premio Tenco 2009 Max Manfredi e le interpretazioni di Alberto Lori e Margherita Di Rauso si fondono a comporre un’opera complessa e profonda,multiforme e coinvolgente.
Le trentatre poesie che parlano di ‘gente’comune formano una variegata galleria di ritratti in cui è facile identificarsi,perchè Bartolomeo Smaldone è attento a cogliere la meraviglia che si nasconde dietro ogni sguardo,ogni viso che incontra per strada trasformando-o sarebbe meglio dire trasfigurando-anche l’esistenza più ordinaria in mito,in racconto poetico,in un’esperienza sospesa in una dimensione temporale che sa di antico,che ricorda un mondo passato fatto di profumi e colori quasi dimenticati eppure così vivi e presenti nella memoria di ognuno di noi.
Come la madeleine di Proust,così ogni verso di Bartolomeo Smaldone ci riporta indietro all’infanzia,ai racconti dei grandi,ai giochi di bambini fatti di niente,a gesti quotidiani e rituali andati perduti o conservati da pochi.
Maurizio Cucchi,recensendo su La Stampa ’12 agosto 2006’-dal poeta dedicata a sua figlia-,ebbe a dire:”Bartolomeo Smaldone ha buoni momenti di grazia lieve,eppure concreta,immagini semplici e comunque efficaci”.E tale efficacia fa si che il nostro poeta riesca a emozionare fino alle lacrime,talvolta,o a spiazzare,a sorprendere o muovere al riso,a provocare sdegno.Tutto questo costruendo una sorta di epica moderna con protagonisti gli uomini e le donne della strada.

Antonella Leogrande
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