Meridionale

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Reading durante il concerto di Fabrizio Emigli alla Domus Talenti, Roma, 10 marzo 2011

giovedì 22 settembre 2011

La Cava della vergogna


Non deve stupirvi la storia che stiamo per raccontarvi, perché è una storia tipicamente italiana.

E' quantomeno paradossale chiamare "problema" ciò che in qualsiasi altra parte del mondo chiamerebbero "opportunità". Ma, così è.

Nel maggio del 1999, in località Cava Pontrelli, a pochi chilometri dal centro abitato di Altamura, in maniera del tutto accidentale, vennero rinvenute oltre 25.000 impronte di dinosauri di quattro specie diverse, erbivori e carnivori, appartenenti al cretaceo superiore.
Una scoperta di straordinaria importanza perché permise di riscrivere la storia della paleogeografia mondiale, dal momento che dimostrò che le terre, lì, erano emerse non un milione di anni fa, come si credeva sino a quel momento, ma sessantacinque milioni di anni prima.
Cava Pontrelli era stata acquisita, quello stesso anno, da Carlo Columella con l'intento di ricavarne una discarica per materiali inerti.
Contrariamente a quanto sarebbe stato lecito attendersi, lo Stato non procedé subito, come pure avrebbe dovuto, con l'esproprio della Cava per pubblica utilità. Si limitò a porre un vincolo sulla paleosuperficie, di fatto lasciando che il sito paleontologico più importante al mondo rimanesse proprietà privata.
Da allora, da quel giorno di maggio, sono trascorsi dodici lunghi anni; dodici anni durante i quali si è fatto davvero poco, e davvero molto male.
Nulla è cambiato; anzi. Attualmente le orme dei dinosauri versano in uno stato di assoluto e mortificante degrado, anche perché non è stata posta in essere alcuna azione di tutela e di conservazione da parte della Soprintendenza Archeologica.
Le generali omissioni da parte dei soggetti che avrebbero dovuto, perché preposti dalla legge, farsi carico della risoluzione del problema, sono state
colmate, ancora una volta, e come spesso accade in Italia, da una iniziativa civica. Da una petizione on line promossa dal "Comitato per la restituzione al mondo della Cava dei Dinosauri di Altamura". Comitato che ha avuto il grande merito di porre, per la prima volta, il quesito esatto e soprattutto di porlo al giusto interlocutore: lo Stato.
Perché, nonostante quanto previsto dall'articolo 42 comma terzo della Costituzione, e dall'articolo 834 del codice civile, non si è dato corso sin da subito,
sin dal 1999, alla procedura espropriativa?
Un quesito chiaro, inequivocabile; una petizione firmata da migliaia di persone da tutta Italia; un'azione che per la prima volta, dopo dodici anni,
ha portato lo Stato, nella persona del Soprintendente archeologico della Puglia, dott. De Siena, ha pronunciare solennemente la parola esproprio.
Si tratta, certo, di un buon risultato, ma non ancora della definizione ultima della questione. Il Comitato per la restituzione al Mondo della Cava
dei Dinosauri, forte delle dichiarazioni rilasciate da De Siena, ha presentato formale richiesta di accreditamento, presso la Soprintendenza, per monitorare
tutte le fasi della procedura espropriativa. Perché sarebbe irragionevole, ora, abbassare la guardia, e questa storia, francamente, si è dimostrata
sino troppo irragionevole, o se vogliamo, meglio, "ragionevolmente italiana".

Bartolomeo Smaldone

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