Voi mi chiedete che cos’è la poesia, ma io non ho la più pallida idea di cosa essa sia.
Noi poeti scriviamo versi per decifrare un mistero che è contenuto in
quegli stessi versi, e questo ritornare al problema partendo dal
problema non ne consentirà mai la soluzione.
Ecco perché non ha
senso chiedere a un qualsiasi poeta: “Cos’è per lei la poesia?”. Se uno
avesse la risposta a una simile domanda farebbe chiarezza su un mistero
che è indispensabile alla poesia stessa, causandone, di riflesso, la
fine.
Altrettanto non ha senso chiedere a un qualsivoglia poeta:
“Perché lei scrive poesie?”, poiché se c’è una cosa che al poeta manca
quella è la consapevolezza della sua missione. Il poeta, infatti, non
scrive, semmai “trascrive” parole sparse un po’ ovunque che chiedono
solo di poter attraversare il suo corpo per arrivare a migliaia di altri
corpi.
Quando pensate alla poesia, in sostanza, non fate e non
fatevi troppe domande. Abbiate per essa la stessa cura che dovreste
avere nell’arte della masticazione: lenta, meditata, ritmata.
Nessun commento:
Posta un commento